La macellazione condotta con scientifica determinazione da parte di Camin, Magania e l'Ingenier, ai danni del povero Danek ha prodotto gli effetti sperati: i Blues portano a casa di misura la vittoria, al termine di un vibrante incontro.
L'equilibrio è stato il denominatore comune della nona di campionato, giuocata in un comunale sferzato da rigide correnti invernali. Ai Bianchi, mai domi, non è bastato il dinamismo di Veèrio, i preziosismi tennici del sottoscritto, la consueta sagacia del Parigino per piegare gli avversari; Danek invece, fiaccato dai colpi di inaudita violenza degli avversari non ha sciorinato i consueti allunghi sulla fascia.
E' stata una delle dispute più vibranti del campionato, durante la quale si sono susseguiti episodi di rara preziosità folklorica come al 16esimo del secondo tempo: terribile cozzo a centrocampo tra Danek e Magania, la cragnata che entrambi ricevono stordirebbe anche un muflone; partono le contumelie, Magania definirà Danek cerebroleso, quest'ultimo ribatterà con l'epiteto "babao" (di rara ricercatezza linguistica, che affonda le radici nella arcaica tradizione cuturale del nord-est veneto), concludendo con un "al sabo lè mèio che te vae a cior su radicèle, valà".
Sono momenti da brivido, Magania finge l'abbandono del campo, in una recita ormai consumata in altre occasioni, tra il resto dei giuocatori in campo lo sgomento è palpabile...
Si giunge allo scadere, con tentativi generosi di Valcer e Giankerlo di ribaltare la situazione avversa per i Bianchi, ma i Blues portano a casa l'intera posta.
Dijalminha
L'equilibrio è stato il denominatore comune della nona di campionato, giuocata in un comunale sferzato da rigide correnti invernali. Ai Bianchi, mai domi, non è bastato il dinamismo di Veèrio, i preziosismi tennici del sottoscritto, la consueta sagacia del Parigino per piegare gli avversari; Danek invece, fiaccato dai colpi di inaudita violenza degli avversari non ha sciorinato i consueti allunghi sulla fascia.
E' stata una delle dispute più vibranti del campionato, durante la quale si sono susseguiti episodi di rara preziosità folklorica come al 16esimo del secondo tempo: terribile cozzo a centrocampo tra Danek e Magania, la cragnata che entrambi ricevono stordirebbe anche un muflone; partono le contumelie, Magania definirà Danek cerebroleso, quest'ultimo ribatterà con l'epiteto "babao" (di rara ricercatezza linguistica, che affonda le radici nella arcaica tradizione cuturale del nord-est veneto), concludendo con un "al sabo lè mèio che te vae a cior su radicèle, valà".
Sono momenti da brivido, Magania finge l'abbandono del campo, in una recita ormai consumata in altre occasioni, tra il resto dei giuocatori in campo lo sgomento è palpabile...
Si giunge allo scadere, con tentativi generosi di Valcer e Giankerlo di ribaltare la situazione avversa per i Bianchi, ma i Blues portano a casa l'intera posta.
Dijalminha
L' Ingenier NO L'HA MAI TOCA' NEANCA DE STRISS EL PORE DANEK, colpito invece sottoporta avversaria dal suo compagno di squadra (Walter??)
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