8 marzo 2010

L'opinione del 6 marzo

Il punteggio finale 9-6 a favore dei Bianchi non rispecchia l'andamento della partita, sviluppatosi nell'alveo dell'equilibrio, e che ha vissuto fasi nettamente alterne nello svolgimento: fiammata iniziale dei Blues e ribaltamento della disputa verso le fasi centrale e finale, con supremazia dei Bianchi, suggellata da qualche legno colpito.
Per i Blues sono venuti meno certi meccanismi e fluidità di manovra presenti nelle prime fasi di giuoco lasciando spazio ad azioni, nella ripresa, non più ispirate al concerto ma ad iniziative personali: appannamento del sottoscritto? anticipata obsolescenza di Veèrio? od altro? L'analisi pare difficile.
Per quanto concerne i Bianchi, va dato merito loro per la reazione lenta ma inesorabile, capitanata dal "solito" Parigino, il vigore illirico di Ilir a centrocampo (necessita foto della canottiera la prossima volta), e il "solito" Valcer. Difficile la valutazione di Maganha, e pure del sig. Camin. Quest'ultimo ha menato vanto nello spogliatoio del risultato ottenuto, attribuendosene (irrealisticamente) i meriti; beh, forse considerando l'apporto di Maganha...Che il sig. Camin abbia a gloriarsene per tutta la settimana entrante.
Circa gli episodi folclorici in campo: si registra al 24° del secondo tempo confronto tutto balcanico tra Danek e Veèrio per motivi di comprovata serietà, con espressioni del volto degne di un romanzo del grande Miroslav Kerlesa. Polemicucce al 34° del secondo tempo che vedono coinvolti il (finto) calmo Parigino, il (finto) candido Valcer e l'ameno Veèrio, per un contenzioso relativo a calcio d'angolo. Non si registrano urla ancestrali, rotolamenti, ecc, salvo un "muflone" chiaramente espresso da Maganha nei confronti di Camin, nello spogliatoio.
Dijalminha

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